Argomento dell’intervista è stato l’approccio biopsicosociale in riabilitazione.
Oggi infatti sappiamo che tanti elementi concorrono alla riuscita o meno di una terapia di riabilitazione e non tutti dipendono direttamente dalle competenze del fisioterapista o del clinico in generale.
Capacità quali l’ascolto delle esigenze e delle convinzioni del paziente, diventano infatti sempre più importanti nell’attività di un professionista sanitario.
Adottare un modello di approccio alla riabilitazione “biopsicosociale”, rafforza l’importanza dell’ascolto dei bisogni dei pazienti e una maggiore attenzione ai segnali non verbali. Questo approccio può aiutare i medici ed i terapisti a riconoscere i propri limiti e migliorare le proprie capacità di comunicazione. Il Dott. Vigliano De Cupis afferma che il fallimento del trattamento “non è un fallimento della persona ma un fallimento della relazione in cui sono coinvolte entrambe le persone: il terapeuta e il paziente/cliente”.
Cosa si intende per riabilitazione biopsicosociale
La riabilitazione bio-psico-sociale è un tipo di approccio terapeutico che tiene conto dei fattori biologici, psicologici e sociali che possono influenzare la salute mentale e il benessere di una persona. L’approccio riabilitativo bio-psico-sociale, riconosce che i problemi di salute mentale possono avere molteplici cause e che le singole persone possono richiedere diversi tipi di trattamento per raggiungere uno stato di salute ottimale. La riabilitazione bio-psico-sociale, in genere, coinvolge un team di professionisti sanitari, come medici, terapisti e professionisti specializzati, che lavorano insieme per fornire assistenza completa alle persone con problemi di salute mentale e fisica. L’obiettivo di della riabilitazione biopsicosociale è aiutare le persone non solo a gestire i propri sintomi, ma anche a migliorare la qualità complessiva della vita.
Come applicare il modello bio-psico-sociale alla riabilitazione e alla fisioterapia?
Per applicare un approccio bio-psico-sociale alla fisioterapia, un terapista deve considerare i fattori biologici, psicologici e sociali che possono avere un impatto sulla capacità del paziente di guarire e riprendersi dalla sua lesione o condizione.
Questo significa includere fattori come l’età del paziente, la storia medica e le condizioni fisiche, il suo stato emotivo, il sistema di supporto sociale e gli obiettivi personali. Il fisioterapista deve utilizzare queste informazioni per sviluppare un piano di trattamento personalizzato che affronti non solo i sintomi fisici del paziente, ma anche eventuali problemi psicologici o sociali che potrebbero ostacolarne il progresso.
Per facilitare la riabilitazione del paziente si può utilizzare una combinazione di tecniche di fisioterapia, come esercizi, allungamenti e terapia manuale, insieme ad un adeguato supporto psicologico, come consueling e tecniche di rilassamento. Inoltre è importante non trascurare il supporto sociale, come ad esempio aiutare il paziente ad entrare in contatto con la comunità locale, con associazioni specializzate e gruppi di ascolto.
Conoscere ed utilizzare l’approccio biopsicosociale nella riabilitazione
Nell’intervista il Dott. Vigliano De Cupis pone l’accento sul fatto che ad oggi non esista una preparazione accademica uniforme su questi argomenti. Spesso così i professionisti sono costretti a ricercare fuori dall’ambito universitario tali competenze.
“…Penso che [medici e terapisti] conoscano l’importanza dell’approccio biopsicosociale ma non sappiano come portarlo nel loro contesto clinico. A volte non hanno una preparazione accademica per questo argomento e non sanno che tipo di strumenti clinici sono utili o come possono integrarli tutti insieme. Generalmente capiscono che c’è qualcosa dietro il benessere di una persona che non è solo l’assenza di dolore o malattia, ma nessuno ha detto loro cosa…”
Potete leggere l’intervista completa in lingua inglese qui: https://massagefitnessmag.com/